Un seno grande e pesante può essere molto imbarazzante e fastidioso per donne sia giovani che anziane, soprattutto per i disturbi che può comportare alla schiena. Questa condizione può iniziare al momento del pieno sviluppo del seno o diventare più pronunciata dopo una gravidanza.
L’intervento di mastoplastica riduttiva è stato ideato per rendere il seno più piccolo e con una forma più accettabile.
L’ intervento di riduzione mammaria è abbastanza lungo, si esegue in anestesia generale, ma, sorprendentemente, non comporta molto dolore postoperatorio, tanto che un ricovero di un giorno è in genere sufficiente.
Il seno viene opportunamente inciso in modo da permettere il suo rimodellamento ed il riposizionamento dei capezzoli ad un livello più alto rispetto a quello di partenza.
Residuano una cicatrice interna all’areola, una verticale tra l’areola ed il solco sottomammario ed una orizzontale lungo il solco. Alla fine dell’operazione il nuovo seno sarà bendato.
Durante la prima medicazione le bende verranno sostituite da un reggiseno opportuno che la paziente dovrà indossare per un mese e, nei primi 15 giorni, anche durante la notte.
I punti di sutura verranno rimossi dopo 15-20 giorni.
Durante le prime 4-5 settimane sono permessi movimenti limitati delle braccia ed esercizi fisici, purché eseguiti con moderazione; poi si può tornare gradualmente ad una normale attività. Dopo circa 3 settimane è possibile riprendere la guida dell’automobile per viaggi non lunghi. Sono vietati per un mese i movimenti e gli esercizi che richiedono un coinvolgimento della regione pettorale (circonduzione delle braccia, portare pesi ecc.)
Nei primi mesi si osserverà una diminuzione della sensibilità su gran parte della regione pettorale che però, gradualmente e lentamente , riprenderà fino al recupero, nella maggior parte dei casi, totale.
Le cicatrici saranno nei primi mesi arrossate, dure, lievemente rilevate, ma, dopo 6-12 mesi, gradualmente si schiariranno e si appiattiranno.
Nei primi 6 mesi le cicatrici non si devono esporre al sole.
Complicanze, in verità pochissimo frequenti, ma possibili, sono quelle comuni ad ogni intervento chirurgico, quali la formazione di una raccolta di siero (sieroma) o di sangue (ematoma), l’infezione, inoltre si può avere la diminuzione della sensibilità tattile del capezzolo e/o della cute circostante, la formazione di cicatrici ipertrofiche o di cheloidi.
Queste due ultime complicanze non sono però prevedibili prima dell’intervento perché si tratta di reazioni soggettive dell’organismo allo stress chirurgico.
Un’ altra complicanza, rara e legata soprattutto alle tecniche di riduzione di seni molto molto grandi, è la necrosi (generalmente parziale) del capezzolo, che, comunque, può venire ricostruito successivamente.
L’allattamento al seno dopo la gravidanza è talora possibile, ma può provocare, dopo l’iniziale ingrossamento, una successiva riduzione di volume del seno con cambiamento di forma.